martedì 24 agosto 2010

Vita di San Pellegrino, protettore degli stitici. Patrono di Milano 2

Nacque nel 936 d. C. (dopo Cribbio) a Mediolanum (nome latino di Milano, che vuol dire "in mezzo all'ano") per Annunciazione celeste da famiglia di dubbia povertà (vangeli apocrifi anal-comunisti vogliono che sia stato partorito per via rettale, fuoriuscendo racchiuso in una bolla d'aria, e che suo padre facesse parte di una società segreta ebrea che riciclava denaro). Già da neonato diede numerosi saggi dell'attività che lo avrebbe caratterizzato per tutta la vita ed anche dopo la morte: produrre cagate stratosferiche ogni volta che profferiva parola o gemito. Il giorno stesso della sua nascita, infatti, dovettero cambiare dimora per consentire la disinfestazione della casa. Una volta, all'età di quattro anni, al mare, i genitori lo videro meditare su un altissimo scoglio. Incuriositi su come fosse riuscito ad arrampicarsi fin lassù e per la presunta precocità del loro figlioletto alla riflessione filosofico-teologica e già un po' persuasi della sua santità, si avvicinarono: si accorsero, però, che quello non era uno scoglio, bensì una montagna di merda che lo aveva innalzato al di sopra di tutti gli uomini man mano che fuoriusciva dal suo prodigioso deretano.
L'apparente condanna di Pellegrino aumentava di gravità con gli anni, isolandolo da tutto e tutti. Non aveva amici, non aveva una donna, non aveva un lavoro, una vita sociale. Ma questo suo problema si svelò ben presto come l'occasione della sua santità. Se ne servì per far del bene: notava che i suoi concittadini e le altre genti, forse a causa della cattiva alimentazione alto-medievale, non riuscivano ad evacuare il ventre con regolarità, anzi, nella maggior parte dei casi, restavano per circa due mesi senza riuscire a mondarlo delle sataniche scorie. Allora subito si industriò: creò un miscuglio composto da ostia consacrata ammuffita e vecchia di un anno apostolico, vin santo consacrato raccolto da calici a cui avevano attinto sacerdoti vecchi, sodomiti e affetti da peste e colera, il tutto condito da alito di parroco pedofilo segaiolo concentrato. Ne ricavò una polverina bianca da disciogliere in acqua santa e, a seconda dei diversi livelli di gravità della patologia, così prescrisse le dosi da somministrare: un'unghia del mignolo per stitichezza occasionale e lieve, per ottenere un effetto "espiazione", un cucchiaino da caffè per stitichezza più prolungata o giocherellona, con effetto "calamità d'Egitto" e un mestolo da cucina di monastero benedettino per i casi patologici di paralisi anale, producente l'effetto "Diluvio Universale". La chiamò Merdesia Sancti Peregrini e la distribuì a tutte le genti che incontrava. Da quel giorno tutti cagavano allegramente e copiosamente, sentendosi leggeri e leggiadri come puttini.
Pellegrino si guadagnò, così, un seguito enorme di fedeli, e fondò l'ODE: Ordine Degli Escrementini. Questi frati defecanti viaggiavano di città in città, vestiti soltanto di una tunica fatta di carta igienica e uno scopino da bagno in mano, a distribuire la magica polverina. Il loro provvidenziale arrivo lo si poteva avvertire nell'aria in anticipo, già un giorno prima, tanto era l'olezzo che esalavano e che santificava i luoghi ove essi transitavano. I campi aridi si fertilizzavano, la fauna proliferava al loro passaggio. Gli Escrementini erano, a ragione, i più amati della loro contrada, facevano del bene, davano preziosi consigli su come concimare la terra, amministrare la giustizia, la finanza, nascondere i tesori, tanto che la gente, spinta da una generosità incontrollabile, ripagò San Pellegrino con i soldi necessari a costruire una città santa a imitazione del Regno dei Cieli: Mediolanum Duo. Poi, un bel giorno, Pellegrino fu fatto re per acclamazione ed evacuazione di popolo, sostituendo, così, i tiranni e portando un'aria nuova e fresca alla politica del tempo (i soliti vangeli apocrifo-bolscevichi, che siano maledetti, sostengono, invece, che gli Escrementini fossero una banda di predoni internazionali che avrebbero tentato questa via per trovarsi al di sopra della legge). Da quel giorno tutta la contrada fu pervasa da tutte le sue cagate e quelle dei suoi discepoli. Tra questi emergevano due oratori eccezionali: il suo servetto personale, Emilio, detto, per i suoi pregi, La Fede, o anche Tergam Lingens, famoso per il suo mestiere di lubrificatore anale; l'eunuco cinese Min Zoh-Lin, che prima di ogni discorso del santo si genufletteva atleticamente e prolungatamente davanti a lui, e che lo sostituiva laddove vi era l'esigenza di garantire la sua onnipresenza. Costui, infatti, mentre Pellegrino era impegnato in una predica in un luogo, si recava in un altro più lontano per riprodurre perfettamente lo stesso discorso. L'aria, così, si fece salubre, ricca, prolifica, beata. Ogni sua legge calzava a pennello con le esigenze del popolo, unico scopo del suo santo mandato. E cominciò a fare miracoli. Quasi tutti si comportavano e ragionavano in armonia con lui: lui diceva che l'economia era florida e, nonostante non lo fosse, il popolo diceva che l'economia era florida; ordinava roghi per i giullari che parlavano male di lui e la gente, miracolosamente, era d'accordo; svelava, piangendo, di essere vittima di continue congiure e di non avere alcun potere temporale, ma solo quello dell'amore e della fratellanza, ed improvvisamente la platea veniva sommersa da lacrime di commozione di tutti e da cagate di ammirazione.

Martirio.
Fu annegato nei suoi stessi escrementi da sicari di sette stitico-comuniste atee rette da giudici ai quali non faceva effetto il suo filtro, invidiosi per non essere capaci di produrre quelle cagate così spettacolari.

Iconografia.
È solitamente raffigurato col tradizionale abito del suo ordine e con un escremento pendente dalla bocca.

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