venerdì 6 novembre 2009

Il vuoto di un vecchio mobile

Ma onestamente come si può capire ciò che si perde, se lo si è dato sempre per scontato, sicuro, insomma lì ad aspettarci. Potrei iniziare con un pippotto spropositato (lo evito qui ma non ve lo siete mica evitati per sempre!) ma non lo faccio, piuttosto vorrei raccontare la storia di un ragazzo, uno come tanti, per esempio io o per esempio tu, per capirci è un discorso fatto in generale a scopo, e qui gli mi cimento in un artifizio, didascalico. Questa immagine mi è venuta in mente così, senza troppi se e troppi ma, da subito l'ho trovata calzante come un vestito fatto su misura. Ora ciancio alle bande che si inizia!

La fronte era madida di sudore, i vestiti altrettanto, spostare il vecchio mobile dal soggiorno aveva richiesto una fatica immane, una mattinata per disancorarlo dalla parete, ed un pomeriggio per riuscire a capire come portarlo via, ora non c'era più. Al suo posto semplicemente un perimetro di polvere ed una foto. La stanza ora era davvero spropositatamente grande. Guardando tra la polvere accumulata negli anni negli anfratti inaccessibili della vecchia base, c'era una foto, i bordi smussati dal tempo ed i colori portati via del buio. Siedo sulla poltrona di vimini e guardo la foto, quanti ricordi, eppure, non ricordavo di averla mai fatta, il cielo era blu e sullo sfondo si vedevano le Alpi, un gruppo felice eravamo.
Volevo riporla in qualche posto, ma il mobile in cui solevo posare ogni oggetto era stato portato via; dove mettere ora tutte le cose?! Mentre ci pensavo presi la scopa ed iniziai a spazzare, ma il segno sembrava non andare via, ma man mano che facevo forza però la traccia si dileguava, gradualmente quasi fosse stata un ricordo, sparì, alla fine non c’era più nulla, ma gli oggetti che cercavo di riporre sul mobile ormai andato, continuavano a cadere a terra, inesorabilmente, quasi a ricordarmi ciò che avevo perso.

mercoledì 4 novembre 2009

Archivio storico

Girovagando nel retrobottega del blog ho trovato addirittura bozze di due anni fà non ancora pubblicate, post finiti, i quali non sò perchè non sono stati pubblicati. Ora però ho deciso di far vedere la luce a queste creature; il miglior modo secondo me è quello di pubblicare tali post con la loro data originale di creazione, questo perchè risulta più facile, per chiunque li legga, inquadrarli nel contesto più appropriato. Dopo un'adeguata spolveratina si inizia a dare aria al materiale vintage!

Scienza Vs. Fede



Ciao Steven,

Ho la tua attenzione ora?
So tutto di lei, la tua divertente, furtiva, immorale, infedele, microdotata schifosa. Tutto è impresso su nastro.

La tua (prossima ex) moglie,
Emily

p.s. Ho pagato questo tabellone con i soldi del nostro conto corrente cointestato.


Altre simpatiche immagini sul genere possono essere trovate qui, è simpatico vedere quale fantasia può sviluppare una donna gelosa.


Bellissime nei guai, le foto segnaletiche delle miss


La bellezza non è garanzia di qualità.

martedì 3 novembre 2009


Nulla è vero in assoluto, neanche la verità.
(Mago di Oz)

Cubee!



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Emotional payoff

La teoria che espongo qui di seguito ha una valenza che và oltre il suo valore intrinseco, ci mostra quanto e come possiamo valutare ciò che ci riguarda più da vicino, ovvero le nostre azioni. Come è nata?! Così, vivendo e conoscendo le persone, parlandoci, osservandole, e capendo che quasi nessuno, e sottolineo quasi nessuno, conosce la conseguenza delle proprie azioni. Perchè accade ciò?! Semplicemente perchè il nostro agire ci fornisce solo un punto di vista, ovvero il nostro, senza considerare un contraltare. Quindi si parte.

Enunciato: Nulla in sè è giusto o sbagliato, o meglio non lo è in assoluto; il solo elemento discriminante risultano essere le conseguenze delle nostre azioni.

Ognuno di noi può fare, agire o dire ciò che più gli sembra giusto, ma pensiamoci bene, siamo disposti a farci carico delle conseguenze che ne derivano? Ci sono conseguenze che possono essere catastrofiche al limite dello tzsunami, questo perchè ogni cosa ha un prezzo, niente al mondo è gratuito, anche quando si usa tale etichetta in ogni caso si sta considerando un costo, in qualsiasi termini, monetari, affettivi, fisici, psicologici; tanto più poi, che ciò che stiamo acquisendo, o perdendo, abbia un valore cospicuo per noi. Talvolta tale prezzo non è immediato, nè evidente, anzi è dilazionato nel tempo e subdolo, o meglio è "ingiusto".
Non ci accorgiamo talvolta che per sembrare, per apparire, per essere giudicati migliori, stiamo pagando prezzi altissimi, e soprattutto il conto non sta arrivando a noi in forma diretta, ma viene recapitato a chi ci è accanto. Quanto ci stiamo perdendo dicendo mezze verità o non essendo chiari, non lo immaginiamo nemmeno.
Dato tutto ciò direi che è meglio avere sempre un payoff positivo o quanto meno essere sicuri che il prezzo che stiamo, o ci accingiamo, a pagare, non sia troppo alto e soprattutto non risulti essere enormemente inaspettato.